Paesaggi Innevati
[...]Quando c’è la neve alta io sono contento, sono contento come lo ero da bambino. Mi piace che le automobili non possono muoversi. Sento proprio un’antipatia per le fabbriche, per le autostrade, per tutto il paesaggio disseminato di strutture a servizio delle automobili: carrozzerie, gommisti, autorivendite, pompe di benzina, officine meccaniche. Provo invece una grande simpatia per gli alberi, specialmente quelli solitari in mezzo alla campagna. Quindi prima ancora che una visione politica, per me l’ecologia è proprio un istinto. La poesia è una lucciola alle due del pomeriggio. La poesia che mi piace non è un gioco della lingua, è un gesto semplice, è una secrezione del corpo. A me piace la poesia che porta sulla pagina la nostra crepa più intima e le cose che stanno nell’aria: il dolore per un amore perduto e la catasta di legna davanti alla porta, la via lattea e la via benedetta che gira intorno all’ombelico. [...]
(da intervista sul manifesto a Franco Arminio, a margine del festival La luna e i calanchi)